Marco Gui

Marco Gui è professore associato presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca, dove si occupa di Sociologia dei media. E’ direttore di “Benessere Digitale”, un centro di ricerca che studia la relazione tra media digitali e qualità della vita (www.benesseredigitale.eu). I suoi interessi di ricerca riguardano i) le competenze digitali; ii) la “disuguaglianza digitale”; iii) gli effetti collaterali, cognitivi e sociali, della digitalizzazione; iv) la digitalizzazione dell’istruzione e dell’educazione.

Le sue ricerche compaiono su alcune delle riviste internazionali più influenti su questi temi (tra le altre New Media&Society, Computers&Education, Social Science Computer Review, Economics of Education Review, The Information Society, International Journal of Communication, Computers in Human Behaviour). E’ autore di diversi volumi tra cui “A dieta di media. Comunicazione e qualità della vita” (il Mulino, 2014) e di “Il digitale a scuola. Rivoluzione o abbaglio?” (il Mulino, 2019).

Ha coordinato diverse ricerche estensive finanziate da  enti pubblici (Ministero dello Sviluppo Economico, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Lombardia,  Regione Valle D’Aosta e IPRASE del Trentino). E’ stato consulente per INVALSI, OECD e società private come Fastweb S.p.A. In collaborazione con alcune di queste istituzioni ha contribuito a sviluppare i primi test statisticamente rigorosi di competenza digitale in Italia (vedi Gui e Argentin, 2011; Pagani et al., 2013; Gui et al., 2018; Gui et al., 2023). E’ responsabile scientifico del progetto “Benessere Digitale Scuole” (www.benesseredigitalescuole.it) e del progetto “Digital Transformation and Wellbeing Lab” (MUSA, Spoke 6, PNRR).

E’ membro dell’AIS (Associazione Italiana di Sociologia), dell’ECREA (European Communication Research and Education Association) e della ICA (International Communication Association).


Gli ultimi libri pubblicati

Questo volume offre un’analisi approfondita di 3.939 test a studenti della scuola secondaria raccolti nella piattaforma “Benessere Digitale – Scuole”. Ne emerge una fotografia dettagliata dei livelli di competenza digitale di studenti di diversi ordini e gradi scolastici, con differenti performance scolastiche e provenienti da diversi contesti socio-economici familiari. Viene illustrato, inoltre, un confronto tra la competenza digitale degli studenti e quella dei loro insegnanti. Infine, l’uso di dati raccolti nel 2017/18 con lo stesso test permette di capire come è cambiata la competenza digitale dopo la pandemia da Covid-19.

La qualità della nostra vita dipende sempre più dal rapporto con i media digitali in diverse dimensioni: da quelle classiche nella letteratura sulla media literacy a quelle emergenti, come l’impatto sulla salute e la gestione del tempo e dell’attenzione. Partendo dalla consapevolezza che l’innovazione tecnologica non è stata accompagnata da un adeguato rinnovamento culturale ed educativo, il libro si rivolge a docenti, genitori e formatori, considerandoli gli interlocutori principali per una riflessione critica sul digitale. Il volume offre contributi teorici interdisciplinari e risorse validate sperimentalmente per una educazione al “benessere digitale”.

Alle tecnologie digitali si è guardato come a una delle leve principali per il miglioramento della scuola. E’ proprio così? Alcune delle più importanti aspettative, come quella di incrementare i livelli di apprendimento degli studenti, non hanno trovato finora un riscontro negli studi scientifici internazionali; per altre manca un’adeguata valutazione. Discutendo i limiti cognitivi e sociali del digitale a scuola in un contesto di connessione permanente, l’ autore sviluppa una visione alternativa del ruolo del digitale nell’esperienza educativa: prima ancora che fare didattica con le tecnologie è urgente educare all’uso consapevole dei media. 

Lavoro, studio, svago, informazione: tra computer, televisione, smartphone o tablet la quantità di tempo che passiamo quotidianamente con gli occhi puntati su uno schermo è enorme. Ma esiste un pericolo di «obesità mediale», analoga a quella alimentare, nell’era digitale? Il libro sviluppa questo parallelo indicando, per la «cura», quattro punti chiave: limitarsi nella quantità del consumo; scegliere la qualità dei contenuti e delle relazioni fruite; concentrarsi contro i rischi del multitasking e della perdita dell’attenzione; relazionarsi gestendo con accuratezza i rapporti personali tra offline e online.